PREVISIONI E TREND PER IL PACKAGING NEL SETTORE DEL VINO

Positive le previsioni presentate dall’Osservatorio Assoenologi, Ismea e UIV circa quantità e qualità della produzione vinicola che interesserà la presente annata.

Nonostante, infatti, il caldo torrido e la siccità che ha caratterizzato i mesi di giugno e luglio, le piogge di agosto arrivate in extremis ed il lavoro costante di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche hanno consentito una produzione domestica che anche quest’anno dovrebbe attestarsi attorno ai 50 milioni di ettolitri e garantire un +3% rispetto alla media del quinquennio 2017 -2021.

Italia: leader per superficie BIO
Con quasi 2,2 milioni di ettari, l’Italia è leader del settore biologico, grazie alla più alta percentuale di superfici BIO sul totale (17%), a fronte di una quota media UE ancora ferma al 9% e lontana quindi dall’obiettivo del 25% inserito nella strategia Farm to Fork per il 2030.

Tuttavia, sebbene la produzione presenti una crescita complessiva, grazie al traino dei consumi extra-domestici, la componente domestica segna una battuta d’arresto a causa delle differenti dinamiche che interessano i canali di vendita, collocando l’Italia tra i paesi in cui il consumo di Vino BIO è più basso rispetto ai principali Paesi europei.

Positivo, invece, il trend dell’export BIO Made in Italy che continua la sua corsa con un +16% rispetto allo scorso anno, raggiungendo i 3,4 miliardi di euro.

E in questo scenario quali le tendenze sui materiali e le lavorazioni più ricercate in etichetta?

Senz’altro in crescita la richiesta di carte bianche, dall’aspetto naturale, non patinate, dove vi è il desiderio di ricondurre al materiale la storia del brand e del territorio con una ricerca di autenticità combinata con l’aspetto materico-tattile. Un altro trend parallelo è rappresentato dalla scelta di adottare nuove soluzioni di etichettatura eco-compatibili  con il passaggio da materiali standard a materiali riciclati che allo stesso tempo, però, tenga in considerazione anche aspetti tecnici quali le condizioni di etichettatura, di conservazione e d’uso del prodotto. Tra le numerose soluzioni in grado di garantire ai nostri clienti un impegno più forte in termini di rispetto ambientale, citiamo le carte con contenuto riciclato abbinato ad una componente vergine certificata FSC.

Alta anche la richiesta di carte nere, in particolare per i top di gamma.

Anche per ciò che riguarda le lavorazioni speciali, affianchiamo i nostri clienti, spesso combattuti di fronte alla scelta di nobilitare l’immagine del prodotto a scaffale e la volontà di conferire allo stesso un aspetto più naturale. Li aiutiamo, ad esempio, a superare il dilemma tra la scelta di un’etichetta che contempli vernici tattili e/o lamine in grado di catturare maggiormente l’attenzione, ma meno connesse al concetto di sostenibilità, scegliendo altre tipologie di nobilitazioni come, ad esempio, l’embossing o il debossing, prive di componenti chimiche, ma comunque in grado di conferire al prodotto un aspetto raffinato.

Se vuoi saperne di più sulle soluzioni che potrebbero interessare il tuo brand scrivici al seguente indirizzo: francesca.delzanno@eticasrl.net

 

14/10/2022

Etichette e Cosmesi: non solo bellezza, ma anche rispetto della natura e dell’ambiente

Avete mai realizzato quanto sia importante l’etichetta in un cosmetico o in un prodotto di bellezza?

In uno dei nostri precedenti articoli abbiamo parlato del peso di queste etichette e di come leggerle, ma oltre all’aspetto tecnico un ruolo fondamentale occupa l’aspetto emozionale.

Si tratta di una vera esperienza prima dell’esperienza: l’etichetta è in grado di trasmettere una sensazione connessa al prodotto ancor prima di averlo provato e aver avuto una conoscenza concreta dello stesso che giustifichi la scelta. Il packaging quindi, e in particolare l’etichetta del prodotto che scegliamo, deve essere in grado di trasmetterci la giusta sensazione ancor prima di aver sperimentato il prodotto.

In questo, ogni aspetto gioca un ruolo importantissimo: il materiale scelto per le sensazioni che comunica al tatto, l’aspetto grafico per le emozioni che suscita alla vista, senza trascurare un aspetto che sta occupando un ruolo sempre più rilevante in questo settore, e non solo, nel processo di scelta da parte del consumatore: l’interesse per la sostenibilità.

 

I prodotti cosmetici a connotazione naturale e sostenibile, i cosiddetti CCN&S, non sono però tutti uguali e, a fronte della loro crescente domanda, Cosmetica Italia ha sentito la necessità di fare una distinzione tra il concetto di “naturale/bio” e il concetto di “sostenibilità ambientale” raggruppando i prodotti CCN&S in due macrocategorie:

 

  • Cosmetici a connotazione naturale/ biologica: in questa categoria rientrano i prodotti caratterizzati da elementi grafici o testuali che ne comunicano la connotazione naturale/biologica, in relazione alla loro composizione formulativa, ovvero la presenza di un alto numero di ingredienti biologici o di origine naturale.

Si tratta di prodotti che possono comunicare la conformità allo standard internazionale ISO 16128; la certificazione naturale/biologica secondo il protocollo di un organismo privato specializzato; la conformità a una propria caratterizzazione autodefinita, nel rispetto del Regolamento 655/2013.

 

  • Cosmetici con connotazione di sostenibilità ambientale/green: rientrano in questa categoria prodotti che possono comunicare, attraverso elementi grafici o testuali, la connotazione di sostenibilità ambientale o green in aspetti che riguardano l’intero ciclo di vita del prodotto e/o le politiche corporate dell’impresa verso la sostenibilità. Gli aspetti in questione possono interessare: i processi produttivi; la gestione sostenibile dell’intera filiera; l’impronta ambientale del prodotto; certificazioni di prodotto; certificazioni corporate; rapporto o bilancio di sostenibilità; riconoscimenti internazionali; caratteristiche dell’imballaggio.

 

Ad oggi il valore di sell – in dei CCN&S in Italia è pari a 1.654 milioni di euro e nel dettaglio si registra un valore di fatturato leggermente superiore per le aziende che realizzano cosmetici con connotazione di sostenibilità ambientale/green rispetto ai cosmetici con connotazione naturale/biologica. E a fronte della crescente domanda di questi prodotti, ben l’84,5% delle imprese nazionali intervistate da Cosmetica Italia dichiara di aver avviato processi di investimento sulle formulazioni biologiche o di essere in procinto di attivarsi, il 75,8% di aver avviato o di essere prossimo ad attivare iniziative legate ai processi sostenibili e il 56,9% si sta muovendo al fine di ottenere una certificazione ambientale.

 

(fonte Cosmetica Italia)

 

Etichette e claim green

 

In questo scenario, l’impegno ad adottare packaging sostenibili dichiarato sulle etichette dei prodotti gioca un ruolo fondamentale.

I dati raccolti dall’ottava edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 confermano, infatti, una crescita delle vendite a valore del 5,5% per i prodotti con un claim green in etichetta nel periodo giugno 2019 – giugno 2020 contro il +2,6% dei 12 mesi precedenti. E se da un lato si è assistito ad una crescita dell’offerta (+1%), il dato più rilevante è quello relativo alla crescita della domanda (+4.5%). Valore che sale e segna un +10,2% se si considera la sola crescita dei prodotti a marca commerciale.

Attraverso lo studio di 24 claim, riconducibili a quattro diversi panieri di appartenenza quali: responsabilità sociale, rispetto degli animali, management sostenibile delle risorse, agricoltura e allevamento sostenibili, l’indagine ha dimostrato che i prodotti cosmetici e per la cura della persona hanno registrato un beneficio soprattutto in relazione all’indicazione in etichetta dell’uso di packaging realizzato “con materiale riciclato” con un +6,9% del giro d’affari, per l’indicazione “senza fosfati” e “vegetale” con un +9,2% di incremento, per ciò che riguarda aspetti rientranti nell’ambito del management sostenibile delle risorse. Il claim “biologico”, rientrante invece nel paniere agricoltura e allevamento sostenibili, ha fatto registrare nel settore della cura della persona un aumento annuo delle vendite del 5,1%, anche se, la miglior performance la ottengono i prodotti con certificazione Ecocert, che ha fatto registrare una crescita delle vendite del 14,5% rispetto ai 12 mesi precedenti.

 

Noi di etic.a abbiamo la possibilità e la volontà di realizzare etichette che sposino la scelta sostenibile dei consumatori e dei produttori, adottando materiali prodotti da fonti rinnovabili, che riducono la pressione sulle risorse naturali, limitando l’impatto ambientale.

Sono Francesca, responsabile marketing in etic.a e per maggiori informazioni sull’argomento potete scrivermi al seguente indirizzo: francesca.delzanno@eticasrl.net

Avrò il piacere di rispondervi con passione e competenza.

Etichettatura ambientale degli imballaggi: cosa sapere e domande frequenti

Dal 26 settembre 2020 è entrato in vigore il d.lgs. 116/2020 che modifica la parte del Testo Unico Ambientale (T.U.A.) dedicata alle norme generali sui rifiuti e sugli imballaggi. Abbiamo già parlato delle novità introdotte dalla norma in uno dei nostri precedenti articoli: Etichetta ambientale: tutti gli aggiornamenti.

Questa normativa ha sollevato non poche questioni a cui le associazioni di settore, fra cui GIPEA ed ASSOGRAFICI, hanno risposto dopo diverse consultazioni e interpelli con le Autorità competenti. Raccogliamo di seguito alcune delle domande che le aziende nostre clienti ci rivolgono più frequentemente e, attraverso i tool messi a disposizione dalle associazioni di categoria, cercheremo di dare delle risposte esaustive.

Innanzitutto, va chiarito cosa si intende per ‘imballaggio’. Il D.lgs. 152/06 nell’art. 218 comma 1 lo definisce così: “il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo.” Ciò significa che elementi quali colle ed inchiostri vanno considerati parte integrante dell’imballaggio e, ai fini della nostra analisi, non vanno distinti.

DOVE APPORRE LA CODIFICA?

La codifica alfanumerica prevista dalla Decisione 129/97/CE deve essere apposta (stampata o impressa) su ciascuna componente separabile manualmente del packaging. Qualora non fosse possibile dividere le componenti allora può essere apposta o sul corpo principale dell’imballo, o sull’etichetta o su un altro supporto che renda facilmente visibile l’informazione al consumatore finale.

 

Esempio: codifiche alfanumeriche

 

COSA SI INTENDE PER ETICHETTA SEPARABILE MANUALMENTE?

“L’etichetta si considera separabile manualmente se è progettata per essere separata dall’utente, senza rischi per la sua salute e incolumità, dal corpo principale con il solo utilizzo delle mani e senza dover ricorrere a ulteriori strumenti e utensili” (fonte etichetta-conai.com). Qualora l’etichetta non fosse separabile manualmente, quindi, la codifica del materiale di cui è composta è facoltativa.

IN CASO DI ETICHETTA SEPARABILE MANUALMENTE, COME PROCEDERE?

L’etichetta è definita un imballaggio, perciò quando essa non segue il flusso della componente principale su cui è apposta, va considerata come una singola componente e codificata come tale secondo la Decisione 129/97/CE.

LE INFORMAZIONI FACOLTATIVE

Tutti gli imballaggi destinati al commercio con altre imprese (B2B) devono riportare la codifica dei materiali di composizione in conformità alla Decisione 129/97/CE.

Anche gli imballaggi destinati a venire a contatto con il pubblico (B2C) devono riportare la codifica dei materiali di composizione in conformità alla Decisione 129/97/CE. Oltre a tale codifica, la norma prevede che questi imballaggi riportino anche le indicazioni al consumatore per una corretta raccolta differenziata. Il decreto Milleproroghe ha previsto la sospensione di questo specifico obbligo fino al 31 dicembre 2021. Ove possibile, si suggerisce di indicare la formula “Raccolta (famiglia di materiale)” e di invitare il consumatore a verificare le disposizioni del proprio Comune.” (Fonte etichetta-conai.com).

Domanda frequente

Se su un imballaggio viene apposta una etichetta in carta non separabile manualmente, occorre riportare la simbologia anche sull’etichetta?

I sistemi di imballaggio che prevedono un corpo principale e altre componenti accessorie non separabili manualmente, ad esempio l’etichetta, a prescindere dal suo peso, devono riportare obbligatoriamente la codifica identificativa del materiale del corpo principale, e le indicazioni sulla raccolta (nel caso si tratti di un imballaggio destinato al canale B2C), che seguono il materiale del corpo principale.

Ove possibile, si può apporre la sola codifica identificativa del materiale, come da Decisione 129/97/CE, anche sulle componenti non separabili manualmente (cioè l’etichetta), ma, su queste, non va riportata l’indicazione sulla raccolta.

E’ facoltativo, quindi, prevedere la codifica alfanumerica come da Decisione 129/97/CE per l’etichetta in carta non separabile manualmente.

(fonte Conai)

Abbiamo riportato alcuni chiarimenti su questo aspetto così delicato e ancora in corso di definizione.

Ci farà molto piacere ricevere delle domande per approfondire ulteriori aspetti della norma.

Potete scriverci ai seguenti indirizzi:

Roberta.quero@eticasrl.net

Francesca.delzanno@eticasrl.net

Vi risponderemo con passione e competenza!

07/04/2021

Etichette per la Cosmetica: come leggerle

 

Che cos’è un cosmetico

qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei” (Regolamento Europeo n. 1223/2009).

Leggere l’etichetta è davvero una buona abitudine non solo per quanto riguarda gli alimenti, ma anche per i prodotti che utilizziamo ogni giorno per prenderci cura del nostro corpo. Noi italiani siamo grandi consumatori di prodotti cosmetici, basti pensare che solo nel 2019 il fatturato globale della cosmetica in Italia ha superato il valore di 11 Miliardi di Euro con i prodotti per la cura della pelle e del viso al primo posto. Secondo Cosmetica Italia infatti “ogni individuo utilizza quotidianamente almeno 8 cosmetici. Dai gesti legati all’igiene, passando per idratazione e protezione, fino ad arrivare al tocco finale di rossetto o profumo, i prodotti cosmetici sono indispensabili alleati per il benessere di ognuno, in ogni età della vita”

Inoltre, sono in costante crescita sia l’export sia gli investimenti in ricerca e nuove tecnologie entrambi indici di una spinta positiva del mercato.

Come leggere l’etichetta

A partire dal 2009 sono state definite regole europee volte a tutelare il consumatore da danni derivanti dall’uso di allergeni o di sostanze nocive e permettere un acquisto consapevole e attento. Inoltre, con una regolamentazione univoca è stato possibile limitare le contraffazioni e tracciare facilmente la filiera produttiva per il ritiro di prodotti difettosi.

Di seguito gli elementi principali riportati nel Regolamento Europeo n. 1223/2009 che devono essere chiaramente indicati sull’etichetta (o sul foglietto illustrativo in mancanza di spazio sul flacone):

  1. Il nome o la ragione sociale e l’indirizzo della persona responsabile. Nazione d’origine in caso di prodotti cosmetici importati;
  2. Il contenuto nominale al momento del confezionamento, espresso in peso o in volume;
  3. La data di durata minima per i prodotti cosmetici che abbiano una durata minima inferiore ai trenta mesi che deve essere espressa con un formato appropriato: dopo la data del simbolo di durata minima o la dicitura “consumare entro il”, la data di durata minima deve essere chiaramente espressa e deve essere composta dal mese e dall’anno, o da giorno, mese e anno, in quest’ordine. Se la durata minima è superiore ai trenta mesi, il consumatore deve essere informato sul periodo di tempo in cui il prodotto cosmetico, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore.
  4. Le precauzioni particolari per l’impiego;
  5. Il numero del lotto di fabbricazione o il riferimento che permetta di identificare il prodotto cosmetico;
  6. La funzione del prodotto cosmetico, salvo se risulta dalla sua presentazione;
  7. L’elenco degli ingredienti contenuti nel cosmetico preceduto dalla parola “ingredients”. Gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente di peso al momento dell’incorporazione. Questa regola vale per le sostanze che raggiungono concentrazioni superiori o uguali all’1%. Gli ingredienti che sono presenti in percentuale inferiore all’1%, invece, possono esseri indicati in ordine sparso. Le denominazioni degli ingredienti sono riportate usando un codice internazionale, detto INCI (International Nomenclature for Cosmetic Ingredients), unico per tutti i paesi dell’Unione Europea.

Ovviamente si stanno incrementando le produzioni di cosmetici bio o cruelty free, in questi casi è necessario fare attenzione agli ingredienti approfondendo il significato della nomenclatura : le sostanze naturali ad esempio possono essere identificate facilmente perchè il loro INCI è formato dal nome latino della pianta da cui derivano (es. Calendula Officinalis ), seguito dai termini inglesi che indicano la parte della pianta impiegata (fruitrootleaf, seed) e il tipo di prodotto (extractwateroil). L’INCI completo della calendula sarà, ad esempio, Calendula Officinalis Seed Oil.

Alcuni elementi presenti sull’etichetta

Il Valore aggiunto:

Secondo uno studio di Mintel: “Le routine di acquisto quotidiano -dei cosmetici- sono condizionate dai valori emozionali trasmessi dall’azienda, andando oltre l’aspetto tecnico-scientifico.”

Non solo la composizione del prodotto, ma anche la sua presentazione concorre alla scelta finale del consumatore: I valori emozionali sono veicolati spesso attraverso il packaging che deve essere curato e d’impatto, non solo veicolo informativo ma anche spazio di comunicazione visiva.

L’attenzione posta alla grafica che deve attrarre il consumatore, alla scelta dei materiali che devono durare nel tempo e spesso devono resistere all’acqua, e alla qualità di stampa diventa quindi davvero strategico.

L’affidarsi a partner competenti che

stampano con passione e competenza

diventa più importante che mai per assicurarsi alti standard di realizzazione.

 

 

Resta aggiornato leggendo gli articoli di approfondimento sulla corretta lettura delle etichette, puoi trovare informazioni utili sulle etichette alimentari cliccando qui e sulle etichette per vino cliccando qui.

10/07/2020

Etichette per vino: obblighi e novità

Ammettiamolo, i nostri vini ci sono invidiati in tutto il mondo, la diversità e la ricchezza della nostra penisola rendono questo settore vivo e dinamico.
Purtroppo, questa crisi che ci è caduta addosso sta portando tra le sue conseguenze anche una momentanea crisi del settore HO.RE.CA. Siamo sicuri che si tratta di una crisi passeggera e che i nostri produttori, forti dell’eccellenza dei loro prodotti, torneranno presto ad avere le soddisfazioni che meritano …
E allora, come auspicio, abbiamo deciso di parlare sul nostro Blog delle etichette per il Vino!

Anche nel 2019 l’Italia è stato il maggior produttore di vino al mondo, con quasi 50 milioni di ettolitri, il nostro Bel Paese rappresenta circa il 18% della produzione mondiale.
Allora come è possibile riuscire a distinguersi sullo scaffale? Nella scelta di un nuovo vino sicuramente ci affidiamo non solo alle nostre conoscenze ma anche alla vista e al tatto; è importante quindi che il produttore faccia le scelte giuste per quanto concerne tutti gli aspetti della confezione: l’etichetta diventa uno spazio d’arte in cui il brand viene comunicato con forza così come la filosofia e lo stile dell’azienda. La scelta del materiale invece è essenziale non solo per esaltare le caratteristiche della stampa ma anche (o soprattutto) per evitare che la bottiglia (parliamo dei vini bianchi) una volta immersa nel secchiello eviti di “spappolarsi” con l’inevitabile danno d’immagine verso il produttore…

Nell’etichetta per il vino poi l’arte della stampa si esalta in tutti i suoi aspetti: dalla progettazione grafica, alla scelta delle carte, alle tecniche di stampe sino alle nobilitazioni di ogni genere. Per un etichettificio la stampa di un’etichetta per il vino è sempre un’esperienza emozionante … ed una sfida coinvolgente per lo stampatore!
Anche in questo caso, come per le etichette degli alimenti di cui abbiamo parlato qui, l’etichetta è veicolo non solo di emozioni, ma anche di informazioni necessarie che ci consentono di capire meglio il prodotto e il produttore.

Analizziamo alcuni obblighi e alcune delle novità proposte per il 2020 in questo settore speciale.

 

LE INFORMAZIONI OBBLIGATORIE

Il testo di riferimento è ancora il regolamento 1169/2011/UE che disciplina le informazioni obbligatorie da riportare sugli alimenti e sulle bevande. Gli obblighi sono i seguenti:

  • Il nome del vino, inteso come nome della regione determinata o della zona geografica (esempio: Barolo, Chianti, Orvieto, Sicilia …);
  • Sigla di classificazione italiana: “Denominazione di Origine protetta” per i D.O.P.; o “Indicazione geografica protetta per i I.G.P. oppure deve essere riportata la categoria a cui appartiene (Vino da tavola, Vino frizzante, ecc…);
  • Il nome e la ragione sociale dell’imbottigliatore e la sua sede;
  • La gradazione alcolica espressa in percentuale di volume;
  • Quantitativo del prodotto espresso in litri, centilitri o millilitri;
  • Indicazioni sulla provenienza (inclusa eventuale importazione);
  • Il lotto di appartenenza del vino, cioè il riferimento a quando quel vino è stato imbottigliato;
  • La dicitura “Contiene Solfiti” per tutti i vini che contengono più di 10 mg/litro di anidride solforosa o altri allergeni.

 

Un esempio di etichetta di vino varietale
(Il vino varietale è un vino privo di denominazione o origine)
Fonte: italianowine

 

Ovviamente sono facoltative le informazioni che indicano le caratteristiche peculiari del vino (colore, gusto, ecc…) e gli abbinamenti culinari consigliati per la corretta degustazione del prodotto.

Per l’etichettatura dei prodotti DOP & IGP si devono riportare obbligatoriamente ulteriori informazioni riguardanti le zone di origine, le tipologie e l’annata delle uve utilizzate. Per approfondimenti riguardo alle dimensioni delle diciture e le corrette indicazioni si rimanda al seguente documento.

 

LE NOVITA’

Fino ad oggi le etichette per gli alcolici sono state esentate dall’obbligo di riportare valori nutrizionali e calorie. Queste deroghe però potrebbero terminare a breve. La Commissione Europea ha già ricevuto, e sta considerando, proposte che introducano la tabella nutrizionale e quindi le indicazioni medie dei valori così come già succede con gli alimenti. Potremmo a breve vedere la familiare tabella sul retro delle etichette dei nostri vini e valutare quanto e come impatta sulla nostra alimentazione il loro consumo.

Tutte queste informazioni sono necessarie per garantire al consumatore finale la conoscenza necessaria per fare una scelta consapevole e attenta non solo in termini di gusto, ma anche di salute (vedi gradazione alcolica o presenza allergeni). Le indicazioni sul lotto inoltre, permettono di risalire facilmente alle origini della produzione e assicurare la totale tracciabilità. Le norme stringenti sulle denominazioni di origine assicurano che le nostre eccellenze siano protette e riconoscibili.

Abbiamo attraversato e stiamo ancora attraversando un momento molto particolare, e mai come adesso è importante sostenere e conoscere i nostri prodotti…

Alla salute!

Torniamo a parlare dei nostri temi: le etichette alimentari

In questi giorni c’è una grande attesa verso la “fase 2” dell’emergenza COVID-19 e allora come auspicio verso una rapida ripresa della nostra vita ante pandemia vogliamo tornare a parlare dei temi del nostro mondo, il packaging, consapevoli che soprattutto in questi tempi di grande incertezza è di grande conforto portare avanti i progetti già iniziati e continuare a nutrire i propri interessi. Solo così, una volta passata l’emergenza, potremo riprenderci la nostra vita senza lasciare nulla indietro.

Nell’articolo di oggi vogliamo, quindi, approfondire il ruolo dell’etichetta alimentare come veicolo di informazioni tanto preziose da renderle obbligatorie.

L’etichetta si è rivelata un bene di prima necessità, gli etichettifici infatti sono tra le attività rimaste aperte a seguito del DPCM del 20 marzo 2020, non solo perché accompagna l’alimento e lo avvolge come parte del packaging, ma perché è un veicolo di informazioni fondamentali per la salute ed il benessere del consumatore. Questo è dimostrato dal fatto che, come abbiamo già detto, molte delle informazioni riportate sull’etichetta sono obbligatorie e regolamentate da leggi specifiche.

Di seguito vi riportiamo alcune delle leggi in vigore ad oggi per aiutare gli operatori quanto i consumatori a comprendere correttamente la composizione di un’etichetta alimentare.

 

GLI OBBLIGHI

 

Il Regolamento (UE) 1169/2011 2011 e la successiva integrazione con il Regolamento delegato (UE) n. 78/2014, hanno inserito nuove norme sulle informazioni nutrizionali obbligatorie e volontarie introducendo elementi volti a semplificare e chiarire le informazioni presenti sui prodotti:

  • Denominazione dell’alimento: è il nome che identifica il prodotto e ne specifica anche lo stato (in polvere, liofilizzato, concentrato, ecc…);
  • Elenco degli ingredienti: tutte le sostanze che compongono l’alimento ordinate per peso decrescente. La presenza di allergeni deve essere facilmente individuabile attraverso l’uso di caratteri speciali;
  • Durabilità del prodotto: la data di scadenza e il termine minimo di conservazione. Per la corretta distinzione dei due termini consultare il seguente link;
  • Peso netto del prodotto, senza imballo;
  • Condizioni di conservazione e di impiego: si riferiscono alle indicazioni per conservare al meglio l’alimento per evitare che questo deperisca e all’uso adeguato dello stesso.
  • Paese d’origine e provenienza: per alcuni alimenti è d’obbligo indicare il paese in cui l’alimento è stato prodotto, è il caso delle carni, miele, olio, frutta e verdura;
  • Dichiarazioni nutrizionali ovvero le informazioni sul contenuto calorico e nutritivo dell’alimento in forma tabellare. Gli elementi obbligatori sono:
    • Valore energetico
    • Grassi
    • Acidi grassi saturi
    • Carboidrati
    • Zuccheri
    • Proteine
    • Sale

Fonte: Ministero della Salute

 

Fra le informazioni facoltative ci sono le dichiarazioni nutrizionali che sottolineano proprietà benefiche dell’alimento (in verde sull’immagine).

L’etichetta alimentare inoltre, come ci dice l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), per permettere al consumatore di accedere facilmente alle informazioni sul prodotto che sta acquistando, deve essere:

    • chiara
    • leggibile
    • comprensibile
    • indelebile (non deve cancellarsi)
    • non deve indurre in errore i destinatari
    • attribuire proprietà di guarigione o prevenzione di malattie

 

LE FINALITA’

 

Gli obblighi elencati hanno molteplici obiettivi:

  • Aumentare la sicurezza alimentare: L’identificazione della provenienza e il numero del lotto permettono di identificare immediatamente il lotto di appartenenza del prodotto, in modo da poterlo rintracciare e ritirare immediatamente in caso di problemi. Anche l’indicazione degli allergeni permette l’immediato riconoscimento di sostanze pericolose per il soggetto allergico.
  • Aumentare la consapevolezza del consumatore: “La dichiarazione nutrizionale è molto importante perché fornisce immediatamente al consumatore le indicazioni necessarie per confrontare un prodotto con un altro e per valutare se risponda, o meno, alle proprie necessità dietetiche permettendogli di scegliere consapevolmente” (fonte ISS)
  • Incrementare l’educazione alimentare: le dichiarazioni nutrizionali e le modalità di utilizzo permettono all’utente di confrontare i prodotti e scegliere i più adatti al proprio stile di vita o regime alimentare.

 

L’entrata in vigore di nuove normative sull’etichettatura alimentare previste per il 1° Aprile 2020 sono state posticipate al 31/12/2021 a causa dell’emergenza in corso.  Le norme riguardano l’obbligo di indicazione dell’origine del grano per la pasta di semola di grano duro, dell’origine del riso e del pomodoro nei prodotti trasformati.  Potete leggere il comunicato del Ministreo delle Politiche Alimentari e Forestali cliccando qui.

Abbiamo toccato solo i principali elementi di un campo vasto e complesso che vale la pena approfondire. Nei prossimi articoli vi parleremo degli obblighi imposti alle etichette di altri settori merceologici.

 

22/04/2020

L’Italia non si ferma e nemmeno noi di etic.a!

L’Italia non si ferma

In un momento così difficile per l’Italia e non solo, nel quale vengono messi in discussione modi di vivere consolidati, ci sentiamo particolarmente vicini a tutte le persone che, in prima linea, stanno fronteggiando l’emergenza corona-virus. Siamo vicini a tutte quelle aziende, piccole e grandi, che continuano a fornire beni e servizi di prima necessità all’intero paese. Siamo vicini a tutti coloro i quali, nonostante le paure, stanno prendendo per mano il paese per portarlo oltre l’emergenza.

Oggi più che mai è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte nei comportamenti quotidiani e sul posto di lavoro. Un atteggiamento maturo, consapevole, rispettoso delle indicazioni che ci vengono fornite è fondamentale per superare l’emergenza che stiamo vivendo.

Come messaggio di speranza per il futuro del nostro paese, abbiamo scelto di postare un intervento di  Oscar Farinetti che parla delle nostre origini, della nostra storia, del nostro territorio e, in ultima analisi anche se è difficile dirlo oggi, della nostra fortuna.

Dice Farinetti  che siamo il paese con la più alta biodiversità al mondo, con maggiori etnie, con caratteristiche climatiche uniche che rendono tali anche i nostri prodotti alimentari. Siamo il paese che con una superficie che misura appena lo 0.5% del totale del pianeta, detiene il 70% del patrimonio artistico mondiale. Siamo figli di grandi artisti, di grandi architetti, di grandi scienziati e potremmo continuare a lungo con questa lista …

Questo intervento che è girato sui principali social media nelle settimane passate, e  che nel caso l’aveste perso Vi consigliamo di vedere, ci dice che non dobbiamo dimenticare la fortuna che abbiamo ad essere nati proprio qui.

E come possiamo ripagare la fortuna che abbiamo avuto senza avere fatto nulla per meritarla? Impegnandoci a fondo nel nostro lavoro.

Ecco quello che stiamo vivendo è il tempo in cui ognuno di noi deve utilizzare le sue migliori energie per superare questa emergenza.

L’impegno di Etic.a

Anche in un momento così difficile noi di etic.a stiamo continuando a fare quello che sappiamo fare meglio, stampare etichette con passione e competenza. Abbiamo adottato tutte le misure di sicurezza per garantire al nostro staff la massima protezione possibile in linea con le indicazioni governative. Stiamo lavorando sodo per rispettare tutte le consegne e cercare di garantire continuità a tutti i nostri clienti.

Anche il nostro progetto Etic.a & Sostenibilità, che ci ha visti impegnati negli scorsi mesi presso le sedi dei nostri clienti per illustrare loro il frutto delle ricerche sulla Sostenibilità Ambientale, procede con forza. Stiamo utilizzando nel migliore dei modi questo tempo, per studiare soluzioni sempre più innovative e funzionali che rispondono alla richiesta sempre maggiore di etichette ecosostenibili in tutti i settori produttivi, dall’Alimentare alla Cosmetica.

E, con i sistemi di Videoconferenza, saremo ben lieti di presentare il nostro progetto Etic.a & Sostenibilità a tutti coloro che ne fossero interessati e a dare tutta l’assistenza necessaria sulla stampa di etichette.

 …. l’Italia non si ferma e nemmeno noi di etic.a!

 

19/03/2020

etic.a & Sostenibilità

Il tema del cambiamento climatico, sempre più al centro di ogni dibattito, ha contribuito a rafforzare l’interesse intorno al tema della sostenibilità.
Le ricerche e le stime rivelano come la sensibilità e la consapevolezza verso le tematiche ambientali del consumatore stia crescendo notevolmente.

Secondo lo studio dell’istituto di  ricerca IPSOS infatti:

  • 81% degli intervistati è proccupato per gli effetti negativi dell’inquinamento;
  • 1 italiano su 3 pensa che sia dovere delle aziende offrire soluzioni concrete;
  • Il 41% degli italiani ritiene il packaging il primo fattore di valutazione della sostenibilità di un’azienda;
  • Il 53% degli italiani si dichiara disposto a comprare prodotti con materiali riciclati e a sostenere quindi le aziende che lavorano in direzione della sostenibilità.
Report Ipsos sulla sostenibilità

Le Aziende produttrici di generi di largo consumo sono quindi particolarmente coinvolte nello studio e nell’ideazione di soluzioni che siano sempre più eco-friendly.

I modi in cui si può agire sono molti, dalla riduzione degli scarti e dell’utilizzo dell’acqua nei processi produttivi all’impiego di materie prime provenienti da risorse rinnovabili e sostenibili. Come rivelano i dati dello studio citato, però, l’attenzione del consumatore finale è rivolta a ciò che può concretamente vedere e toccare, ovvero il packaging del prodotto.

Come produttori di packaging abbiamo l’obbligo di sviluppare soluzioni in linea con questa esigenza che, in ultima analisi, quali utilizzatori, ci riguarda tutti.

Sostenibilità al MARCA 2020:

Il Marca 2020, evento internazionale del private label con oltre 750 espositori, che si è tenuto a Bologna nei giorni scorsi e nel quale eravamo presenti quali espositori è stata una piattaforma di discussione in cui sono intervenuti esponenti del governo e della GDO sulla tematica Bio.

Valerio De Molli, Ceo di Ambrosetti ha affermato:

“La relazione con i fornitori è quindi la chiave di volta per la sostenibilità della Marca del Distributore…Perché è di autentica partnership che stiamo parlando, finalizzata al successo di entrambe le parti per portare vantaggi al consumatore.”

Consapevoli di dover essere partner e non solo fornitori, abbiamo fatto del Marca un importante momento di incontro con clienti e una formidabile occasione per far conoscere il progetto Etic.a & Sostenibilità.

Un’intera area del nostro stand è stata dedicata alla soluzioni studiate, in alcuni casi direttamente con i nostri clienti, per realizzare soluzioni a basso impatto ambientale.

Etic.a e Sostenibilità al Marca 2020
Make your Etic choice

Abbiamo colto l’occasione per avviare il nostro programma di informazione e formazione sulla stampa di etichette eco-sostenibili raccontando come alcuni prodotti consentono di soddisfare la crescente richiesta “green” in termini di riciclabilità, compostabilità, biodegradabilità ed economia circolare.

Abbiamo voluto seguire queste direttrici perché siamo consapevoli di quanto le esigenze di ogni settore siano specifiche e peculiari. Dal pet riciclato al 100%  al materiale dall’aspetto della carta, ma senza fibre legnose, siamo in grado di incontrare le richieste di settori produttivi come alimentare, GDO, cosmetica, detergenza, wine & spirits.

Siamo certi che le vostre aziende siano sensibili e attente nella ricerca di soluzioni di packaging ecosostenibili, pertanto vi invitiamo a contattarci al seguente indirizzo mail roberta.quero@eticasrl.net per raccontarVi il nostro progetto Etic.a & Sostenibilità ed informarVi nel dettaglio sulle soluzioni che abbiamo studiato e sviluppato per le etichette ecosostenibili.

Nei prossimi giorni realizzeremo un nuovo articolo con il titolo: “Di cosa trattiamo quando parliamo di sostenibilità” per condividere con Voi un linguaggio comune sui termini che oggi vengono maggiormente utilizzati in questo ambito.

Etic.a: Make your etic choice

31/01/2020

 

Le nobilitazioni di un’etichetta

L’etichetta è un potente mezzo di comunicazione: ne abbiamo già parlato nei nostri precedenti articoli sulle etichette per il vino e per la cosmesi. Tuttavia, in ogni settore merceologico è importante non solo che l’etichetta abbia il corretto contenuto informativo sul prodotto, ma anche che abbia un forte impatto estetico. E’ per questo che esistono una serie di tecniche di stampa che vanno sotto il nome di “nobilitazioni”. Nobilitare significa, quindi, arricchire con finiture pregiate.

 

etichette nobilitate

 

Di seguito riportiamo le tecniche di finitura più utilizzate:

  • SERIGRAFIA: l’inchiostro passa attraverso un telaio di seta microforato e si deposita sull’etichetta formando un determinato spessore. Viene utilizzato un telaio per ogni colore da applicare. Dopo l’applicazione del colore le etichette passano dentro un forno per l’asciugatura. Lo spessore conferito dona un effetto unico alla vista e soprattutto al tatto. Questa tecnica è particolarmente utile per porre in risalto gli aspetti più rilevanti dell’etichetta, come il nome del prodotto o il logo del brand.
  • STAMPA A CALDO (o hot stampaing): l’etichetta passa su delle piastre di metallo (rame, ottone o magnesio), personalizzate in base alle esigenze, su cui vengono applicati dei colori “termovirabili”. Una volta riscaldate queste piastre rilasciano un foil colorato sull’etichetta. Le varianti di colore sono infinite ed arrivano fino a soluzioni metallizzate come l’oro, l’argento e il bronzo. Le etichette che ricevono questo tipo di nobilitazione spiccano per luminosità e intensità dei colori.
  • STAMPA A FREDDO (o cold foil): sfrutta la tecnologia flexo trasferendo il foil sull’etichetta attraverso l’uso di un cliché. E’ una tecnica di stampa semplice ma in grado di dare un tocco d’eleganza a qualsiasi etichetta.
  • LAMINAZIONE: un materiale particolare viene accoppiato all’etichetta passando attraverso un rullo. Questa tecnica viene solitamente usata per “proteggere” l’etichetta in quanto apporta un ulteriore livello di materiale al prodotto oppure, anche per conferire effetti particolari come il soft touch (effetto velluto).
  • RILIEVO (o stampa a secco): può essere di due tipi:

Embossing: attraverso dei cliché l’etichetta viene incisa formando dei rilievi.

Debossing: è il contrario dell’Embossing, l’etichetta viene incisa formando un incavo sul materiale di stampa.

Queste tecniche, insieme ad altre come la stampa 2D o 3D (oro colato), l’embossing gioiello, la microincisione, e molte altre, possono essere combinate tra loro creando soluzioni uniche, che garantiscono un impatto visivo davvero coinvolgente.

Al giorno d’oggi, i consumatori sono sempre più interessati alla novità, così delle semplici parole stampate su carta non bastano più… né per farsi notare né per rimanere impresse nella mente dei consumatori nel tempo. E’ stato dimostrato, inoltre, che l’attività cerebrale è molto incentrata sul senso del tatto che influenza in modo importante le percezioni positive e negative sull’oggetto. Le persone attribuiscono più valore ad un oggetto che vedono e che toccano, rispetto ad uno che vedono e basta.

Secondo una ricerca realizzata per Scodix [1] infatti, l’81% dei consumatori, prende in mano un prodotto prima di acquistarlo.

La stampa nobilitativa risponde proprio a questa esigenza: non solo fornisce un’etichetta esteticamente bella, elegante e dall’aspetto ben rifinito ma assicura anche a chi si trova per le mani il materiale nobilitato un’esperienza sensoriale più coinvolgente.

Pertanto qualsiasi impresa, di qualsiasi settore, dovrebbe seriamente prendere in considerazione le nobilitazioni per le proprie etichette. L’investimento sarebbe ripagato in breve tempo e l’immagine aziendale migliorerebbe notevolmente agli occhi dei consumatori.

Una condizione necessaria è però affidarsi ad un etichettificio serio, competente ed appassionato in grado di fornire la consulenza più adeguata e trovare le soluzioni più idonee per il settore specifico. Questo perché tanto maggiori sono le competenze tecniche dell’etichettificio, fondamentali dalla fase di design e di settaggio dei cliché fino alle nobilitazioni sull’etichetta finita, tanto migliori saranno i risultati finali.

Etic.a è pronta a mettere il suo team di grafici e di tecnici e le sue tecnologie all’avanguardia a tua disposizione, offrendoti una consulenza gratuita!

 

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[1] Consumer Perception of Tactile Packaging – A Research Study on Preferences of Soft Touch and Hi Rise Coatings in Cosmetics Packaging; 2013. (Dr. Malcolm G. Keif; Colleen Twomey; Andrea Stoneman)

04/11/2019

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